Pavia, 18 gennaio 2014
Molto Rev. Don Marino, come si
capirà dal prosieguo, non so nulla di liturgia e di teologia.
Ti scrivo queste righe perché
celebri la Messa antica e perché toccato dalla precedente lettera di Don Marco,
pubblicata sul sito della tua Parrocchia.
Di questa Messa mi hanno sempre
parlato male, dicendo che una volta il prete dava le spalle al popolo, che era
in latino e non si capiva niente, e altre frottole del genere.
Poi Benedetto XVI ha detto con
tutti i crismi di un Papa che la Messa antica è un tesoro e nessuno può dire
che sia stata eliminata, anzi, tutti i preti hanno il diritto di celebrarla e i
fedeli di vederla celebrata. Avendo fiducia in Benedetto XVI, ho pensato che
forse aveva ragione lui anche se tutti gli altri erano contro.
Mandando pertanto al diavolo ogni
remora contraria, un giorno sono andato a vedere questa Messa “proibita”. Poi,
siccome la prima volta mi era parso di non aver capito bene come funzionava,
sono andato una seconda. Poi una terza. Poi sempre. Diranno che è perché ancora
non ci ho capito niente. Può darsi: il Mistero del Santo Sacrificio eucaristico
è inesauribile per la mente umana.
Poi ho visto anche come
funzionano il Battesimo in rito antico, le Rogazioni maggiori, il Sacro Triduo
“straordinario”, ecc.
In sintesi, mi sono innamorato.
E siccome sono un entusiasta e se
mi innamoro di qualcosa non riesco a tacerne, ho iniziato a dirlo a un sacco di
gente e a invitarla. Mi sono accorto che tutti quelli che accettavano l’invito
ci ritornavano.
Allora ho detto: forse questa
bellezza che ci rapisce non è solo sentimento, ma ha ragioni profonde. Così, i
miei amici ed io abbiamo iniziato ad ascoltare avidamente le tante prediche e
spiegazioni private in cui, passo dopo passo, ci introducevi sempre più nella
comprensione della preziosità della Santa Messa antica.
Constatato infine che i preti che
la celebrano sono normalmente osteggiati e perseguitati, e che gli ordini
religiosi che la adottano hanno tante giovani vocazioni, ho creduto di leggervi
i “segni dei tempi”.
Caro Don Marino, ti ringrazio
tanto.
Tuo
Marco