19 gennaio 2014

La S. Messa: un fedele ci scrive


Pavia, 18 gennaio 2014

Molto Rev. Don Marino, come si capirà dal prosieguo, non so nulla di liturgia e di teologia.
Ti scrivo queste righe perché celebri la Messa antica e perché toccato dalla precedente lettera di Don Marco, pubblicata sul sito della tua Parrocchia.
Di questa Messa mi hanno sempre parlato male, dicendo che una volta il prete dava le spalle al popolo, che era in latino e non si capiva niente, e altre frottole del genere.
Poi Benedetto XVI ha detto con tutti i crismi di un Papa che la Messa antica è un tesoro e nessuno può dire che sia stata eliminata, anzi, tutti i preti hanno il diritto di celebrarla e i fedeli di vederla celebrata. Avendo fiducia in Benedetto XVI, ho pensato che forse aveva ragione lui anche se tutti gli altri erano contro.
Mandando pertanto al diavolo ogni remora contraria, un giorno sono andato a vedere questa Messa “proibita”. Poi, siccome la prima volta mi era parso di non aver capito bene come funzionava, sono andato una seconda. Poi una terza. Poi sempre. Diranno che è perché ancora non ci ho capito niente. Può darsi: il Mistero del Santo Sacrificio eucaristico è inesauribile per la mente umana.
Poi ho visto anche come funzionano il Battesimo in rito antico, le Rogazioni maggiori, il Sacro Triduo “straordinario”, ecc.
In sintesi, mi sono innamorato.
E siccome sono un entusiasta e se mi innamoro di qualcosa non riesco a tacerne, ho iniziato a dirlo a un sacco di gente e a invitarla. Mi sono accorto che tutti quelli che accettavano l’invito ci ritornavano.
Allora ho detto: forse questa bellezza che ci rapisce non è solo sentimento, ma ha ragioni profonde. Così, i miei amici ed io abbiamo iniziato ad ascoltare avidamente le tante prediche e spiegazioni private in cui, passo dopo passo, ci introducevi sempre più nella comprensione della preziosità della Santa Messa antica.
Constatato infine che i preti che la celebrano sono normalmente osteggiati e perseguitati, e che gli ordini religiosi che la adottano hanno tante giovani vocazioni, ho creduto di leggervi i “segni dei tempi”.
Caro Don Marino, ti ringrazio tanto.
Tuo

Marco